Sunday, April 6, 2008

Media, storia, cittadinanza

L’idea di un seminario su “Media, storia e cittadinanza” nasce dalla consapevolezza della stretta relazione tra questi tre dispositivi concettuali all’interno della società dell’informazione (o della comunicazione dispiegata, per dirla con Breton, 1985).

I media “mediano” oggi in maniera significativa il rapporto con la storia di generazioni consegnate sempre più solo alla dimensione del presente. Il passato, per esse, rischia di assumere i contorni della rappresentazione, con un evidente slittamento dal piano dell’Erlebnis a quello del Vorstellen: quel che era ritorno, nella memoria, di quanto vissuto, oggi diviene sempre più scoperta, nel dispositivo spettacolare, di quel che per la prima volta si conosce.

La storia deve ai media questa possibilità di passare sotto i riflettori: in prima serata, in diretta, nelle comunità di discorso che popolano sempre più il Social Network. Si tratta di un’opportunità ambigua, perché se da una parte pare questa l’unica via di fuga dall’oblio e dalla tentazione di vivere solo il tempo presente, dall’altra essa è irta di rischi. Solo due tra i più rilevanti: il rischio della strumentalizzazione, dell’uso ideologico, della curvatura lobbistica; il rischio della deprofessionalizzazione, della riduzione a racconto in presa diretta fatto dall’uomo della strada, senza metodo, senza... memoria.

Infine, la cittadinanza. Essa risente oggi – almeno così pare di poter osservare – di una doppia malattia. Una malattia storica, di senso inverso rispetto a quella che Nietzsche rimproverava al proprio tempo nelle Inattuali: non più l’eccesso di storia, ma la mancanza di storia che emancipa dalla tradizione, consegna all’erranza, non consente più di imparare dal passato evitando di reiterane gli errori. Una malattia mediale, nel senso di una vera e propria damnatio ad medias: non più, i media, strumenti di cui poter disporre o non disporre, ma protesi innestate nella vita individuale e sociale delle persone, con il risultato che molto del nostro essere cittadini, nello spazio pubblico come in quello privato, è declinato medialmente.

Su questi tre fronti, sulle loro interferenze, la riflessione non si può più rimandare. Si sentano convocati gli storici, chi studia i media, gli educatori. Il seminario che si apre venerdì 11 aprile a Torino, alle 18.00, presso la sede dell’Istituto Storico della Resistenza, con la relazione di Fabio Fiore sul valore della memoria ha la pretesa di iniziare a porre a tema la questione innestandosi sul lavoro già fatto in questa direzione attraverso il Corso di Perfezionamento in Media Education attivato insieme all'Università Cattolica di Milano . Il libro che nascerà da questa e dalle altre puntate del seminario speriamo serva a lanciarlo in un’arena più vasta. La discussione è aperta già fin da questo momento.

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