Sunday, July 27, 2008

Erice 2.0


Dal 24 luglio al 1 agosto si è svolta la seconda edizione della Summer School "Fare Media Education nella scuola" organizzata dall'Università Cattolica di Milano in collaborazione con IDIS. Destinatari della Summer animatori, formatori e insegnanti provenienti da ogni parte d'Italia. Teatro delle operazioni Erice, la splendida cittadina in provincia di Trapani che offre al vantaggio di fare formazione in un contesto straordinario la possibilità di raggiungere in breve tempo le isole Egadi piuttosto che il litorale di San Vito fino alla riserva dello Zingaro e a Scopello.
Il programma della Scuola - organizzata attorno al tema dell'analisi dei media - ha previsto una prima mattinata di riflessione in cui hanno portato il loro contributo Armando Fumagalli, dell'Università Cattolica di Milano (sull'analisi etica della fiction) e Monica Fantin, dell'Universidade Federal de Santa Catarina in Brasile (sul tema dell'uso del cinema nell'educazione dei bambini).
Il resto delle mattinate ha previsto un fil rouge gestito da me e da Simona Ferrari (cfr. i materiali disponibili in rete dell'intervento mio e di Simona) sul tema dell'analisi dei media. Al pomeriggio i laboratori, animati da esperti: Stefano Tardini (Università di Lugano) sul Web 2.0; Gianni Messina sulla produzione di materiali multimediali; Alessandra Carenzio (Università Cattolica) e Marta Mingrino (Università di Palermo) sui nuovi media nella formazione; Filippo Ceretti (Istituto Euromediterraneo) sulla progettazione curricolare della Media Education.
La settimana è stata scandita da una giornata di visita culturale e di svago, svoltasi tra i resti della colonia fenicia di Motya (al mattino) e le spiagge di San Vito (al pomeriggio). Mino Spreafico, di CREMIT, ha animato la serata presentando alcuni progetti di Koinonia, la Onlus che padre Kizito ha fondato e coordina in Africa.
Con il Comune di Erice sono stati fatti passi avanti per immaginare di stabilizzare e rinsaldare la presenza della Summer School ad Erice immaginando di fare della città la sede di una serie di attività formative coordinate intorno al tema della Media Education. Come si capisce si è già proiettati sul prossimo anno.

[Clicca qui per vedere una selezione delle fotografie che documentano la Summer School]

3 comments:

Gianni said...

Gianni Messina blog: http://www.teleconsulto.com

guglielmo said...

L'esperienza della seconda edizione della summer school, "fare media education a scuola", è stata significativa e proficua. Volendo sintetizzare quanto appreso, potremmo affermare che i media non sono solo strumenti ausiliari per la didattica, ma si qualificano come spazi originali per l'educazione e la formazione, quindi possono rientrare nell'ambito della progettazione curriculare, secondo quanto ci ha insegnato il chiarissimo prof. P.C. Rivoltella. La dott.ssa S. Ferrari, giustamente, sottolineava che nello spazio mediale non si può cogliere la dimensione della comunicazione non verbale, in quanto questa la si riscontra solo nella relazione in presenza. Nello spazio virtuale, invece, possiamo rilevare soltanto quella verbale, con tutti i limiti che ciò comporta. La Ferrari nel suo lavoro di ricerca sull'uso delle piattaforme per l'apprendimento a distanza, riscontrava proprio questa anomalia che, secondo la Nostra, può essere superata attraverso un'adeguata formazione all'uso degli spazi mediali. Nell'ambito della comunicazione in ambiente virtuale, riferiva la Ferrari, si utilizza uno specifico linguaggio convenzionale che opportunamente utilizzato può trasmettere dei messaggi tipici del non verbale, fermo restando che nella dimensione virtuale resta difficile poter cogliere gli aspetti emozionali caratteristici del non verbale. L'interrogativo, per molti, forse è il seguente: I Media, Risorsa o Limite? Sarebbe un bel tema da sviluppare!

Massimo said...


[...]fermo restando che nella dimensione virtuale resta difficile poter cogliere gli aspetti emozionali caratteristici del non verbale.

Non è giusto parlare di "DIMENSIONE VIRTUALE" come si faceva nei primi anni 90'. Parliamo piuttosto di CYBERSPAZIO.

Dal momento che ogni nostra conoscenza è mediata dai sensi. Allora tutto il mondo sarebbe "VIRTUALE".